sabato 18 settembre 2021

 

Dopo la Pace di Costanza del 25 giugno 1183 a cui partecipano il Barbarossa e le città ribelli assieme ad Obizzo Malaspina, riprendono le lotte fra le varie città del Nord, soprattutto per motivi di rivalità commerciale. (15)

Il successore Enrico VI, figlio del Barbarossa, morto nel 1190, scende in Italia per cingere la corona, conferma le regalie a Piacenza e prende in due atti, i Pontremolesi sotto di sè.

Il Barbarossa


Il primo atto è a Lodi, il 21 gennaio 1191, dove abbiamo un accordo tra Enrico VI e Piacentini. Il sovrano li prende sotto la pienezza della sua grazia e conferma le regalie anche se non comprese nella Pace di Costanza. I Piacentini dovranno aiutarlo a mantenere e recuperare i suoi possessi e specie quelli “in podere comitisse Mathildis”, fatti salvi i diritti della Lega. Su richiesta dei Piacentini “Puntremulenses quoque.ad peticionem Placentinorum, in nostram gratiam et protectionem et defensionem, recepimus”, cioè prende sotto la sua protezione anche Pontremoli. Quando sarà incoronato imperatore a Roma, le concessioni saranno rinnovate. (16)   

Pontremoli

 

Frattanto continuano le trattative di pace, dove sono coinvolti anche i Parmigiani, ormai affiancati ai Malaspina e il 25/3 e poi 23/9 del 1191 abbiamo i termini della pace fra Piacentini, Pontremolesi  e Parmigiani, Oldelberti e Grondolesi. Per i castelli di Specchio e di Ena, saranno scelti due cittadini di Reggio e due di Milano, ci saranno giuramenti vicendevoli e verranno restituiti i beni già tolti. “De facto Grondole ita debet esse cum illis de Puntremulo, quod pax debet esse inter eos et finis de omnibus malelficiis et dampis atque iniurris datis hinc inde…”  Tra gli abitanti di Grondola e Pontremoli ci sarà lo stesso giuramento che fra Parma e Piacenza. Grondola conserverà lo stato presente: “Grondola permanente in suo statu…et consuetudines pontremolensium, quod soliti sunt habere in Grondola,habeant” e sarà pace con gli Odelberti, a cui si renderanno gli immobili. Sui nuovi castelli decideranno i medesimi giudici, reggiani e milanesi. (17)

Grondola


E’ quindi la pace fra Parmigiani e Piacentini e così finalmente anche i Pontremolesi, oltre ai Piacentini, avranno la garanzia di avere Grondola sulla quale pare come si legge, avessero già un ben definito possesso.  Compare anche il nome degli Oldelberti; forse un ramo degli Adalberti o forse la casata intera, estromessa da nuove famiglie impostesi o forse altre figure, anche perché potrebbe essere che il nome originario dei fondatori del Comune sia ormai stato sostituito da nuovi intrecci cognatizi.

Il secondo riconoscimento è la Pagina concessionis, in obsidione Neapolis del  5 giugno 1191 (18) dove  Enrico VI, a ricompensa dei servizi prestatigli, concede ai Piacentini le regalie che essi sono soliti avere e che non sono comprese nella pace di Costanza; li prende sotto la sua protezione, si impegna ad aiutarli a recuperare tutti i loro possessi e a fare giurare gli uomini di Borgo San Donnino e di Bargone che aiuteranno i Piacentini in ogni guerra. In cambio aiuteranno il sovrano a recuperare i suoi possessi in Lombardia e specialmente i beni che furono della contessa Matilde, senza che essi debbano agire contro le concessioni fatte alla Lega Lombarda. Anche i Pontremolesi per richiesta dei Piacentini vengono accettati in protezione e grazia: “Puntremolenses quoque, ad peticionem Placentinorum, in gratiam, protecionem ac defensionemnostram recipimus”. Giurano i patti i suoi camerlenghi Rodolfo di Sibenech e Enrico di Lutra. Sono presenti diversi vescovi e duchi. 

Fidenza, San Donnino


8 (18) maggio 1192, Crema, i delegati di Brescia e di Milano ordinano a quelli di Parma e Piacenza con Pontremoli di osservare la pace e di attenersi alle condizioni che della pace saranno a loro dettate. Per Pontremoli è presente Achilli consuli et legato Pontremulensium, vice communis  Pontremuli.(19)

Ancora dopo due mesi,il 15 luglio 1992, Addobbato Butraffo console di Milano, recatosi a Crema per trattare la pace tra Piacentini, Pontremolesi e Parmigiani, convocate le parti per l’ottava di S.Pietro, dichiara che i rappresentanti di Piacenza, Pontremoli, Milano e Brescia erano presenti “…paratos obedire et adimplere omnia nostra precepta que facere velimus de pace quam de aliis negociis…”, ma non quelli di Parma e non ne spiega il motivo.(20)

Siamo nel periodo della Lega lombarda e il 12/1/1194 a Vercelli, i rappresentanti di Pavia, Cremona, Bergamo, e Como giurano di attenersi alle condizioni di pace con Milano, Brescia, Piacenza, Novara, Alessandria, Asti, Crema, Pontremoli, Gravedona, Domassio… e Chiavenna che saranno stabilite da Drusardo, delegato dell’imperatore. All’atto non paiono essere presenti i rappresentanti di Pontremoli. Drusardo, nel 1194, entrato in Italia, fece pubblicare bandi nelle città nei quali comandava la tregua. Tutti obbedirono salvo i Malaspina e i Parmigiani. (21)

Federico I


Il 20 aprile 1194, il delegato imperiale Drusardo ordina a Milano, Brescia, Alessandria, Crema, Pontremoli, Chiavenna, Domassio, Gravedona e a tutti gli uomini e le località da esse dipendenti, fatta eccezione di Parma e dei marchesi Moruello e Alberto Malaspina, messi al bando dall’impero, “…exceptis Parmensibus, marchione Monruello et  fratre ipsius Alberto…” di osservare le condizioni di pace con il marchese del Monferrato, i Pavesi, Cremonesi, Lodigiani,Bergamaschi e Comaschi e nell’atto si prospettano le conseguenze di eventuali inadempienze  (22). Non viene citata Piacenza, ma solo Pontremoli e ne sfugge il motivo dal momento che Pontremoli da sola e al di là del crinale con la Langobardia, poco avrebbe potuto contare.

Il Branchi scrive che Enrico VI si incontrerà poi con Moroello Malaspina, che fatto salvo il rapporto coi Parmigiani, acconsentirà alla pace.

Continua però il rapporto conflittuale coi Malaspina, che persa Ena, sono ancora attestati, almeno formalmente a Grondola e il 7/10/1194 a Pontremoli, i consoli piacentini Giovanni di Malamena e Guglielmo Scorpione nominano il corriere Cimolello loro procuratore per ricevere dal marchese Alberto Malaspina il giuramento di attenersi alla pace che il marchese Moroello farà coi Piacentini e Pontremolesi (non citato nel regesto) (23).

L’11 ottobre 1994, a Filattiera (24), il marchese Alberto del fu Opizzo Malaspina giura nelle mani del corriere Cimolello, a ciò delegato dai consoli di Piacenza, che si atterrà alla pace da firmare tra suo fratello il marchese Moroello da una parte, i Piacentini e i Pontremolesi dall’altra.

Filattiera



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 Pontremoli e il Registrum Magnum del Comune di Piacenza Di poi il 6/11/1194 abbiamo i Capitoli della pace tra il marchese Moroello Malaspin...